Ricordo di Roberto. Articolo per Slowdrive Magazine settembre 2022

Caro Roberto,

se è vero che si muore solo quando non si è più ricordati avrai sicuramente un grande spazio di vita negli occhi e nel cuore dei tanti che ti hanno voluto bene.

Non è facile per noi oggi salutarti, sei passato nelle nostre vite, nelle vite di quanti ti amano, nella vita soprattutto della cara Lucia con il tuo travolgente entusiasmo lasciando tracce profonde, tracce vere, autentiche.

Sei stata una persona buona, dai sentimenti semplici, sapevi quale era il bene e quale il male, sapevi ridere di quel sorriso contagioso.

Sapevi aiutare gli altri ma non hai mai preteso aiuto per te nemmeno quando i tuoi acciacchi, sempre più limitanti, non ti hanno dato più tregua mentre noi rifiutavamo semplicemente l’idea che ci fosse qualcosa più forte della tua voglia di Morgan. Non potevamo crederci, non volevamo crederci.

Sei stato un Presidente vero, hai servito senza riserve e con grande passione l’interesse del Club, solo questo era il senso che davi alla carica.

Eri spesso, caro Roberto, la coscienza critica del tuo segretario. Si, oggi te lo posso confessare, ti chiamavo per parlare con te, per confrontare con te le mie opinioni. E mi bastava qualche volta un tuo cenno per capire che stavo sbagliando. Ricordi Rimini? Ho capito, fortunatamente in tempo, quanto per te fosse importante quel raduno e allora ho fatto di tutto perché riuscisse al meglio nonostante le mie perplessità e nel vederti al Grand Hotel così felice ti assicuro che la mia gioia non è stata inferiore alla tua.

Grazie Roberto per quello che hai regalato a tutti noi del Morgan Club Italia, grazie per l’amicizia, per il calore umano, per la disponibilità, grazie di essere esistito e di essere stato tra noi.

Quando ci siamo sentiti l’ultima volta, il giorno precedente alla tua programmata partenza per il raduno in Friuli, eri appena tornato dall’ospedale dove i medici ti avevano fatto divieto assoluto di partecipare. Vado a riposarmi mi hai detto, ora non me la sento di parlare con nessuno, forse più tardi. Stavi quasi piangendo, me ne sono accorto sai. So quanta fatica ti è costato dire quelle parole ma non sono stato capace di confortarti, non ho saputo aggiungere nulla e ci siamo salutati così.

Ti vogliamo bene Roberto.

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